|
Jules Verne & Alfred Wegener
Il vero viaggio al centro della Terra
di
Luca Novelli
( da Andersen, aprile 2015) |
|
Uno scrittore per ragazzi può influenzare gli scienziati del futuro? Forse Jules Verne non era proprio uno scrittore per ragazzi come intendiamo noi oggi, ma sicuramente ha visto più lontano più di tanti intellettuali del suo tempo. Scritti nell'Ottocento i suoi romanzi abbondano di ingenuità tecnologiche ma tuttora sorprendono per alcune illuminanti profezie. Una per tutte quella contenuta nel romanzo "Dalla Terra alla Luna", un libro del 1865 e un sogno realizzato solo il 20 luglio 1969.
Confesso che da giovanotto amavo di più la fantascienza degli Anni sessanta e autori come Arthur Clarke, Sheckley, Ray Bradbury o Peter Kolosimo. Ma poi ho ritrovato Verne sulla mia strada, in luoghi e situazioni inaspettate. Ho ritrovato il suo Giro del Mondo in 80 giorni sull'Oceano Pacifico, quando sono partito da Tahiti alle 10 di domenica mattina e sono sbarcato, due ore dopo, all'aeroporto di Auckland alle 12...di lunedì, ovvero del giorno dopo. L'ho ritrovato scrivendo la biografia dei Fratelli Lumière scoprendo che Verne era un amico di papà Claude-Antoine Lumière e compagno d'avventure del mitico fotografo Nadar (pseudonimo di Gaspard-Félix Tournachon). Con Nadar -tra l'altro- aveva partecipato nel 1871 alla difesa di Parigi durante la guerra Franco-Prussiana. In questa occasione la coppia di amici aveva persino organizzato un "servizio mongolfiere" che osservava e riferiva i movimenti delle truppe nemiche. Dalle precedenti avventure aerostatiche con Nadar aveva già tratto il libro Cinque settimane in pallone e il suo personaggio preferito -Michel Ardan- ha il nome di Nadar invertito. Ma la sorpresa più curiosa è stata quando ho cominciato a lavorare sulla biografia di Alfred Wegener, autore della Teoria della Deriva dei continenti. Quando Verne muore, nel 1905, i suoi libri sono un successo mondiale già da molti anni. Alfred Wegener e suo fratello Kurt da ragazzi erano stati suoi accaniti lettori. Alfred è nato a Berlino nel 1880 e Kurt qualche anno prima. Kurt diventa un esperto di palloni aerostatici e prende il brevetto di pilota di mongolfiere. Alfred comincia anche lui a volare con i palloni con il fratello, diventa un meteorologo, e a suo modo farà... un Viaggio al centro della Terra.
Dei romanzi di Verne quello che porta i suoi personaggi sotto la crosta terrestre è il meno realistico. Oggi sappiamo che scendendo nel sottosuolo la temperatura sale di un grado ogni cento metri. Sessanta chilometri sotto di noi la roccia è fusa e al centro della Terra la temperatura è di 5400°C!
Quando Verne pubblica il suo libro, nel 1864, le idee sull'interno del nostro pianeta sono ancora piuttosto confuse, ma l'idea che si possano raggiungere gli antipodi passando per il centro della Terra, è più da Divina Commedia che da geologo serio.
Nel romanzo di Verne un immaginario Otto Lidenbrock, professore di mineralogia e suo nipote Axel, decidono di seguire le istruzioni contenute in una antica pergamena. Si imbarcano a Copenaghen e raggiungono l'Islanda. Raggiungono il cratere indicato nella pergamena sulla penisola di Snæfellsnes, a 120 km dalla città di Reykjavík.Entrano in un cratere fumante e cominciano a seguire il percorso indicato dai vari segni lasciati dall'alchimista che aveva redatto la pergamena. Hanno un guida un locale, Hans Bjelke, fedele e ieratico, che li accompagna per tutto il viaggio. L'avventura si conclude alle nostre Eolie, allo Stromboli, che li sputa fuori come creature indigeste.
Nel 1906 Verne è morto da un anno e Alfred Wegener è poco più di un ragazzo quando a Copenaghen viene ricevuto da Ludvig-Mylius Erichsen. Ludvig sembra un personaggio inventato da Verne. Esploratore, geografo e giornalista, indossa una lunga pelliccia bianca che lo fa assomigliare a un orso polare. Sta organizzando una missione in Groenlandia. Alfred ne farà parte. Prima tappa: l'Islanda.
Anni dopo Alfred ripeterà il viaggio in Groenlandia e di nuovo farà tappa a Copenaghen e poi in Islanda. Anzi questa volta attraverserà il suo ghiacciaio più grande, tra vulcani, geyser e paesaggi mozzafiato. Questa volta Alfred ha già in testa la sua grande idea, il suo lampo di genio: i continenti si muovono, anzi vanno alla deriva. Ha raccolto molte prove a favore della sua teoria e ha immaginato un'unica terra emersa dal quale sono nati i continenti di oggi: Pangea.
Alfred non può fare a meno di pensare al libro di Verne mentre attraversa l'Islanda. Non scende nella bocca di uno dei suoi tanti vulcani ma sorride all'idea del professor Lidenbrock e di suo nipote Axel e della loro impossibile avventura. Quello che non sa è che sotto i suoi piedi c'è qualcosa che neppure la fervida fantasia di Verne aveva immaginato. L'Islanda è la parte emersa della più lunga catena montuosa del nostro pianeta. Si chiama dorsale Atlantica e corre dal Polo Nord al Polo Sud. Ai suoi piedi, nelle profondità marine e dalla bocca dei tanti vulcani, fluisce continuamente una corrente di magma fuso che lentamente allontana la placca americana da quella euroasiatica.
L'Islanda è al confine di queste due placche e si sta...dividendo.
Sotto i piedi di Alfred, c'è la spiegazione della deriva dei continenti. Ma può solo supporlo. Senza questa prova lampante la teoria di Wegener per più di trent'anni sarà considerata dai suoi colleghi scienziati alla stregua di una favola o di un racconto di Jules Verne.
Alfred finirà tragicamente la sua avventura terrena in Groenlandia, dopo aver portato aiuto ai suoi compagni di missione.
Ray Bradbury, ha scritto "Senza Verne, molto probabilmente non avremmo mai concepito l'idea di andare sulla Luna". Forse senza Verne anche Wegener non avrebbe concepito Pangea e la sua "favola" della deriva dei continenti.
Wegener, l'uomo che muoveva i continenti.
Di Luca Novelli
Editoriale Scienza, Collana Lampi di Genio.
HOME: www.lucanovelli.it
|