Sono apparso alla Lavagna

di Luca Novelli

Incontro d'autore
con 50 nativi digitali

Una bella mattina di dicembre sono apparso sulla lavagna elettronica della scuola Primaria Bruno Munari di Nibionno. I ragazzi invece sono apparsi sul mio schermo con le facce dei personaggi della serie Lampi di Genio. Io indossavo il cappellaccio da viaggiatore darwiniano. Ero a Milano, davanti al computer, mentre loro erano in un' aula a cinquanta chilometri di distanza. Banda larga permettendo potevano essere a Palermo o a Pechino. Lo confesso: quando negli Anni ottanta pubblicai Il mio primo libro sui computer (Mondadori 1983), pur scrivendo e disegnando una serie di profezie, non immaginavo che nel corso della mia vita avrei visto una LIM nelle scuole italiane. Invece ne ho viste parecchie, spesso usate da insegnanti in gamba.
LIM è l'acronimo di Lavagna Interattiva Multimediale. Ha molte funzioni. Quella di ospitare uno scrittore "in diretta" è certo la meno praticata. Anche perché solo il 7% di queste lavagne è collegata ad internet.
È uno strumento che ha aperto le porte della scuola a una serie di novità. Ma le LIM sono indispensabili? Quanto migliorano l'apprendimento in classe? Hanno bisogno di software speciali? O bastano le loro funzioni? Hanno lo stesso indice di gradimento dappertutto? Calma. Non sono competente per commentare i risultati della sperimentazione, ma credo che le LIM siano state e sono una grande opportunità sia per i ragazzi che per gli insegnanti. Se poi tutte le LIM fossero collegate ad internet, sarebbero finestre aperte sul mondo esterno, che ormai non si muove senza il web.
Per quanto riguarda me e il mio lavoro so che sono state usate per vedere in classe le puntate della serie Lampi di genio in tv e per preparare incontri "reali".
Anche per questo incontro telematico è stata necessario una opportuna preparazione. Bianca, munariana doc e divertita sperimentatrice, ha dovuto risolvere piccoli problemi di collegamento, ha fatto leggere ai ragazzi alcuni miei libri, ha scelto con loro una serie di domande e quando la luce verde s'è accesa, sotto la sua regia, tutto è filato liscio, senza problemi tecnici e "buchi" nella comunicazione. Ci siamo infine salutati contenti per aver fatto un incontro inaspettato.
Le videoconferenze non sono certo una novità. Risalgono agli Anni novanta. Anche le scuole e gli insegnanti telematici non mancano. L'idea di "incontri telematici con l'autore" potrebbe limitare i danni provocati dalla pochezza delle risorse messe a disposizione delle biblioteche e delle scuole stesse.
E i ragazzi? Hanno gradito l'incontro, ma certamente non solo per l'uso “diverso” della LIM. Molti di loro già usano Skype per scambiarsi auguri e info con amici e parenti.
Sono "nativi digitali", anche se qualcuno non ama questo termine. Ma di smartphone, i-Pad, tablet e touch-screen ne sanno più di noi. Una cosa però mi fa piacere. Trent'anni fa, con la comparsa degli home computer, c'era chi gufava sul futuro del libro. Invece per ora di libri per ragazzi se ne leggono di più.

posta@lampidigenio.it

(Da Andersen febbraio 2012)