È in libreria la prima biografia disegnata di Pitagora.
Ma per favore non confondiamo la Magna Grecia con Paperopoli
Oibò! Archimede e Pitagora non sono la stessa persona? Ah, già, è vero, il primo è quello dei famosi specchi ustori, l’altro è quello del mitico Teorema. L’equivoco in realtà è possibile solo in Italia. Qui - di primo acchito - pensiamo tutti non ai due personaggi della Magna Grecia ma ad Archimede Pitagorico, il geniale inventore al servizio Paperon de’ Paperoni, al suo fantastico laboratorio e al suo assistente Edi (abbreviazione di Edison) . Filologi e grecisti non possono prendersela con il grande Walt Disney e neppure con Carl Barks che ha inventato il personaggio disegnato. Infatti il nome originale in inglese è Gyro Gearloose . Solo nella nostra lingua è diventato Archimede Pitagorico . Da noi il suo nome è così popolare che non pochi intervistati, anche di cultura superiore, sovrappongono l’ingegnere di Siracusa al filosofo di Samo, che tutto potevano immaginare meno la possibilità di reincarnarsi insieme in un coetaneo di Paperina. In realtà è stato lo sceneggiatore Guido Martina a dare il doppio nome a questo simpatico pollo antropomorfo. E non era certo uno sceneggiatore qualunque: Guido Martina è stato anche autore dello straordinario racconto disneyano dove Topolino e Pippo scendono nell’Inferno Dantesco. Il mix dei nomi Archimede + Pitagora è un peccato veniale, e se fossimo tutti più orgogliosi del nostro passato mediterraneo, non ci sarebbe nessuna confusione. Anzi, anch’io, che mi sono nutrito di notevoli annate di Topolino, lavorando sulla biografia di Archimede e poi di Pitagora, mi sono sorpreso più volte col sorriso sulle labbra pensando al personaggio disneyano.
Convergenze paperesche
Archimede (quello vero) ha molte affinità con Gyro Gearloose. Archimede inventa straordinari congegni per il Re Gerone, tiranno di Siracusa. Archimede Pitagorico li inventa per Paperone, altro tipo di dittatore. Archimede nella sua vasca da bagno esclama grida “EUREKA! EUREKA!”, “Ho trovato! Ho Trovato!” Archimede Pitagorico esclama allo stesso modo, ma solo dopo aver messo in testa il “cappello pensante”. Ar
chimede scopre le leggi fisiche che fanno galleggiare le navi, sollevare pesi enormi e concentrare i raggi solari. Archimede Pitagorico ne inventa di impossibili, che funzionano solo a Topolinia e che comunque –per fortuna- valgono per un solo racconto per volta.
Le macchine attribuite al vero Archimede sono davvero straordinarie: la vite di Archimede, il planetario, l’orologio ad acqua, l’organo ad acqua, le catapulte, gli artigli che affondano le navi, gli specchi ustori e così via. Le macchine di Archimede difendono dai Romani la città di Siracusa e i suoi abitanti. Invece l e straordinarie macchine di Archimede Pitagorico alla lunga combinano solo guai. Ma ci fanno sorridere, cosa spesso più importante di ogni legge fisica.
Altra pasta è Pitagora
Altro “character” direbbero gli inglesi, incredibile come un supereroe della Marvel e famoso come una rock star già nel suo tempo. Alto, imponente, con barba bifida e lunghi capelli chiari. Dotato di un carisma messianico e capace di veri e propri miracoli. Il nome Pitagora sembra significhi “colui che sa parlare alla piazza”. Non lo ricordiamo per particolari invenzioni oltre al “monocordo” strumento col quale dimostra la correlazione tra musica e frazioni. Ma ha influenzato col suo pensiero tutta la storia della scienza e ha introdotto due parole sulle quali si basa tutta la nostra cultura: “matematica” e “filosofia”.
F iglio di un immigrato libanese (suo padre è di Tiro), Pitagora nasce a Samo, un’isola greca davanti alla costa dell’odierna Turchia. Ragazzino atletico e sportivo vuole
partecipare alle gare olimpiche. A Olimpia solo chi ha ascendenti Greci può gareggiare. Così si inventa una storia straordinaria: dichiara d’essere la quarta reincarnazione di Etalide, figlio del Dio Apollo e di ricordare tutte le vite precedenti. Convince tutti, viene ammesso e vince una gara sorprendente per un futuro filosofo: quella di pugilato. Ancora giovanissimo conosce Talete, Anassimandro ed altri saggi che vivono nelle città vicine. Poi per vent’anni vive in Egitto, dove nei templi di Toth impara i segreti dell’alchimia e della medicina. Forse niente lo schioderebbe dalla dolce vita di Menfi, se Cambise ( già, il Cambise dell’armata scomparsa nel deserto) non avesse la bella idea di conquistare tutte le città sul Nilo. Così insieme al bottino di guerra, a maghi, sacerdoti ed ex concubine, Pitagora è spedito a Babilonia. Non viene trattato come un prigioniero ma come un sapiente col quale scambiare conoscenze ed esperienze.
A Babilonia comincia a pensare che dopo aver imparato tante cose potrebbe mettersi tranquillo e aprire una scuola. Così torna a Samo. Il suo nome è già mitico e attira allievi da tutto il Mediterraneo. A Samo insegna fisica, matematica, geometria, musica, ma soprattutto “filosofia” vocabolo inventato da lui e che tradotto dal greco vuol dire “amore per la conoscenza”.
Ma a Samo l’aria è pesante. È dominata da un tiranno antipatico e supponente, Policrate, suo coetaneo ed ex compagno di giochi. Pitagora proprio non lo sopporta. L’impero Persiano è sempre più minaccioso e sta conquistando una dopo l’altra le città e i regni sulla costa. Samo e il tiranno Policrate hanno i giorni contati.
Come altri Greci d’Oriente emigra in una delle tante colonie fondate nel mediterraneo occidentale, soprattutto nel Sud Italia. Qui, a Crotone, apre una nuova scuola, che ha subito un successo strepitoso. I suoi allievi, i Pitagorici, ne fondano altre nelle città vicine. Pitagora diventa influente e potente, fino al punto di farsi nemici altrettanto potenti. Contro i Pitagorici verrà organizzata una rivolta maligna e sanguinosa. I suoi migliori allievi saranno uccisi e lui stesso sarà inseguito e braccato, fino a un campo di fave, che si rifiuterà -misteriosamente- di superare.
Tutto questo ha ben poco a che fare con le tranquille avventure del personaggio creato dalla Walt Disney. Ma credo che per capire il nostro mondo sia utile aver frequentato sia Pitagora di Samo sia i paperi di Paperopoli.
Pitagora e il numero maledetto.(pagine libro e animazione teorema qui)
Quindicesimo titolo della collana Lampi di Genio di Editoriale Scienza 2012. Anche in edizione eBook. www.editorialescienza.it
Archimede e le sue macchine da guerra
Settimo titolo della collana Lampi di Genio di Editoriale Scienza. Uscito nel 2004 è disponibile anche come eBook e nella puntata televisiva di lampi di genio in tv, prodotta da Rai Educational. Vedi www.lampidigenio.it
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